Vacanze scolastiche.

Il Ministro Poletti e le vacanze scolastiche.

E’ certo che viviamo in un’epoca di grande suscettibilità e di grandi proteste; ma questo non giustifica le proteste basate su pretesti creati ad arte.
Il povero Mivacanze scolastichenistro Poletti non ha mai detto che bisogna togliere le vacanze ai bimbi, né che i docenti hanno troppe vacanze. E, credo, non ha mai lasciato intendere di voler abbandonare i minorenni allo sfruttamento in lavori sottopagati. Ed è quello che si legge in molti commenti.
Ha detto, semplicemente, che tre mesi di vacanza consecutivi (per gli studenti) sono troppi.

E questo è un fatto, che si può affrontare in tanti modi: ad esempio distrubuendo le interruzioni delle attività didattiche in altri periodi dell’anno; io penso che se si anticipasse il diploma a 18 anni, ci sarebbero tre mesi di vacanze in meno (quelle tra l’attuale quarta e quinta), e il problema sarebbe in parte eliminato (con vantaggi di altro tipo).

O si possono immaginare attività opzionali o di servizio civile (anziani, bambini, disabili, ambiente, biblioteche, musei, siti archeologici, parchi ecc.).

Certo, se le scuole avessero strutture adeguate (spazi flessibili e strumenti efficienti), le attività didattiche sarebbero anche meno usuranti e spesso anche meno noiose: ma servono soldi e investimenti non solo in personale.

Quando si parla di vacanze scolastiche, però, si inseriscono altri problemi, che con la scuola non hanno niente a che fare: sono i tempi delle famiglie; quelle sì, vorrebbero far lavorare gli insegnanti – in attività frontale – almeno 12 mesi all’anno…

Ma quello della custodia estiva dei bambini non è e non deve essere un problema dei docenti.

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